Archivio mensile:febbraio 2013

“Quando la sera nevica e tu cammini a caso, senti l’aria che punge e ti pizzica il naso..”

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(Calvin & Hobbes)

In questa domenica di fiocchi grandi come francobolli io brindo alle amicizie vecchie, nuove e nuovissime.

Perchè senza queste cose, anche le piccole cose, saremmo solo pezzi di carne morta straziata dal tedio e dalla noia, ci trascineremmo per il mondo sui gomiti, con le unghie che grattano sull’asfalto, scarnificati.
E ci staremmo così per sempre chiedendoci solo: “Perchè”.
Un perchè per ogni cosa.
Sono la prima a chiedermi mille “perchè” e mille “come mai”.
Faccio più fatica ad accettare le cose così, per come sono, prendendole ogni giorno come arrivano.
Lo so, mi conosco, ne prendo atto, mi guardo allo specchio e poi tiro avanti.
5 anni fa a quest’ora parlare di queste cose per me sarebbe stata pura eresia.
Sarebbe stato più facile continuare a scagliare invettive in endecasillabi sciolti verso un dio.
Cioè, lo faccio tutt’ora, però forse solo più consapevole.
Consapevole di avere un abbraccio quando ne ho bisogno, perchè è incredibile la potenza di un abbraccio.
A causa di un abbraccio mancato forse certe persone sono finite in terapia per secoli, e manco lo hanno ancora capito.
E mi rendo anche conto di come io ci abbia messo un sacco di tempo ad abituarmi agli abbracci. Ad una fisicità che ritenevo immeritata, e che invece tutti dobbiamo sperimentare, all’infinito, per sempre.

Nei titoli di coda di questo post vorrei ringraziare gli Amici, gli Abbracci, la Neve e il Vodka Lemon.

ci vuole molta karma.

Sono viva rigà, sono viva. Ve lo giuro.
Non ci credo neanche io mentre sto scrivendo, con le mani tremanti, una coperta fin sulla testa, come Bastian nella Storia Infinita, paro paro.
Ho anche una fitta al lato destro della schiena, di dubbia origine.
Ho appena finito di mangiare una pizza, l’ho mangiata come si mangiano chessò, i pugni di riso in Africa, con la stessa avidità.

In questa settimana sono stata in due diverse scuole, esse erano posizionate in luoghi ameni dell’hinterland e una fauna INCREDIBILE le popolava.
Incredibile perchè alla fine erano tutti ragazzi splendidi, nonostante lo schifo che li circonda. Nonostante l’hinterland, la scuola, i professori (non tutti per fortuna), le famiglie siano da ARRESTO immediato. Nonostante questo, ‘sti ragazzi, che se per caso li incroci la sera in un vicolo penseresti solo a scappare lontano, in realtà sono splendidi. Sono ragazzi con le palle, curiosi, interessati, mi hanno voluto bene come io ho voluto bene a loro.
Forse si deve solo voler perdere un po’ di tempo e stare lì a guardarli, ed ascoltarli. Perchè anche se si agghindano come dei trogloditi epilettico-daltonici sono delle persone dabbene. Nonostante abbiano dei nomi assurdi, e dei soprannomi ancora più assurdi. Nonostante facciano di tutto per apparire “i meglio” alla fine si sono dimostrati molto più educati di qualcuno che lì nelle scuole, stava sopra di loro. E almeno loro mi salutano con un “bella zia, ci si becca settimana prossima”
Perchè “tu non sei un’attegggiona come la pagliaccia di italiano”.

Mia nonna si sta lentamente riprendendo, non smetterò mai di essere molto arrabbiata con lei però, perchè l’abbiamo sempre seguita in tutto. In tutte le visite, in tutti gli esami, in tutti i controlli, in tutte le operazioni. E lei una cosa doveva fare: dirci quando sentiva suonare il suo pacemaker. UNA.CAZZO.DI.COSA.
“Ma quindi ha suonato?”
“Eh…ma non sono sicura”
“Nonna, il suono è inconfondibile, non è una sirena in lontananza, è una cosa veramente molto ben identificabile”
“Eh, ma sì ha suonato ieri ..forse”
“IERI????”
“Eh…sì. E forse anche un’altra volta una settimana fa.”
“UNA SETTIMANA FA????!!!!”
“Senti nonna, vestiti, 10 minuti, e andiamo all’ospedale”
“Ma no…”
“MANOUNCAZZODIOLADROMOMINCAZZOANDIAMO. E basta.”
Poi l’hanno ricoverata. Perchè aveva ancora l’acqua nei polmoni.
FORSE se il pacemaker fischia, è perchè ha da fischià.

Nonno:” Ciao chià”
Io: “Ciao nonno, come va?”
Nonno:”Eh sì dai…si va avanti, sto facendo le respirazioni bocca a bocca”
Io: “Cosa fai te????”
Nonno: “Ma siì, i fumi. I fumenti.”

Credo che il mal di schiena sia dovuto al fatto che la mia postura giornaliera sia sciolta come quella di un tavolo di ghisa.
Sono un po’ stanca e sotto pressione.
Questi sono i momenti in cui i miei tentativi di voler tenere tutto sotto controllo si sbriciolano completamente davanti alla realtà dei fatti, alla vita di tutti i giorni. Dove non c’è proprio niente da tenere sotto controllo, è tutto vano.
Nonostante l’ottima pianificazione mentale e il calcolo millimetrico, le previsioni di ogni eventuale pro e contro se ne vanno bellamente in merda.

Ho avuto le giornate talmente piene che ora, che mi sono fermata un attimo a pensare, l’unica cosa che mi viene da fare è piangere.
Un po’ per la felicità, un po’ per la preoccupazione.

Se ci fosse qui Strizzy, il doc, mi direbbe “Chiara-san, scegli: o merda tutta addosso, o merda tutta nel buco e tu tirare catenella”

E tiriamola, sta catenella.

Does he know who you are?
Does he laugh, just to know
what he has?

Does he know not to talk
about your dad?
Does he know when you’re sad?

You don’t like to be touched,
Let alone kissed.

Does he know where your lips begin?

Do you know who you are?
Do you laugh, just to think
what I lack?

Do you know your lip shakes
when you’re mad?
And do you notice when you’re sad?

You don’t like to be touched,
Let alone kissed.

Does his love make your head spin?

comunicazioni varie ed eventuali

Buona domenica signori,

scrivo per comunicare che no, non sto bene.
Dal mal di testa in su, per farci un’idea ecco.
La prossima settimana sarà peggio di quella passata, perchè avrò il lavoro, le lezioni a scuola, i traslochi delle vecchie e il viaggio.
Inoltre un membro della mia famiglia non si trova in buone condizioni fisiche. E questo per ora è la sola cosa che mi fa preoccupare e vivere come con degli aghi sotto il sedere 24 ore al giorno.

In questo blog ci ho sempre riversato le mie considerazioni un po’ sciocche, e stupide.
E forse è il lato che vorrei tutti potessero vedere sempre, ma non è così, perchè la vita purtroppo il più delle volte non è grasse risate e sorrisi, anche se uno ci prova sempre.

Abbattermi e deprimermi non è certo la cosa che voglio fare, il problema è che non mi va di farlo qui. Forse per una sorta di rispetto verso chi passa di qui, non lo so.
Perchè questo lo vedo un posto per divertirmi, per svagarmi, per condividere con le belle persone che ho incrociato qui sopra le cose più leggere, e non mi va di appesantire con le mie paranoie o problemi le persone che potrebbero leggermi, che magari di problemi ne hanno già con cui combattere ogni giorno.

Io per ora vi mando un grande abbraccio, e spero di tornare a scrivere presto, perchè se lo faccio vorrà dire che sarà tutto a posto di nuovo.

adesso fate finta di tornare indietro di 15 anni:
VVB.

 

 

“mi era sembrato di esser stata chiara, se no mio padre mi avrebbe chiamata stronza.”

Mi sono alzata da due ore, e forse, se ce la faccio riesco a scrivere una lezione per settimana prossima.

In realtà ho veramente poco tempo perchè mi trasferirò da alcuni amici per il fine settimana, quindi se magari mi sbrigo ce la posso fare a fare tutto!

Stasera ci sarà la solita memorabile festa di carnevale a casa dell’amica con la casa da distruzione di massa, raduno/ritrovo di ex studenti universitari cazzari, che ora sono solo diventati dei lavoratori cazzari, ma ci teniamo a darci un tono, sorseggiando vodka lemon con il mignolino alzato parlando dei benefici delle droghe leggere acchittati come in Animal House.
Quest’anno c’è stato poco tempo per preparare la festa e quindi ci si è orientati su un onesto -“tema Animal House richiesto, se no potete pure non citofonare, grazie”-

Buon fine settimana giovini!

 

 

E la notte confidenzialmente…blu, cercare l’anima…

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Tra una settimana se tutto va bene la sottoscritta se ne va a Madrid. Per lavoro, precisiamo. Che non sia mai che si pensi che io mi riesca a muovere per puro piacere personale per più di un giorno.
Ci ritorno ben volentieri, ho un po’ di amici che si sono trasferiti lì ed è sempre carino ritrovarsi.
Lì a Madrid si è trasferito anche uno dei miei più cari amici, con lui ho convissuto durante gli anni universitari, e forse senza di lui non ne sarei uscita viva e mediamente sana di mente.
Io non so cosa gli passasse per la testa, ma lui ha sempre avuto sta fissa per la fidanzata spagnola, la spagnalaspagnalespagnole.
Alla fine ha fatto di tutto e ci è riuscito.
Infatti sta a Madrid e sta con una di Padova.

Mi è dispiaciuto in questo periodo aver interrotto l’inizio di una conoscenza con una persona.
Si viaggiava su due binari diversi, dove io leggevo l’inizio di una buona conoscenza mentre lui ci vedeva forse qualcosa di più. Solo che sarà stato il tempo, o il modo, o la comunicazione ma io non l’avevo capito.
Rispetto la sua decisione di voler chiudere tutto con la sottoscritta, ma è una situazione che mi ha lasciato un po’ strana. Semplicemente dovrò metabolizzarla.
Apprezzo comunque il fatto di essere riuscita ad esternare il mio punto di vista e lui il suo, in maniera civile. Cosa rara di questi tempi. Siam gente educata.
Il vecchio buon gesù ha distribuito l’intelligenza solo a pochi eletti, fatevene una stracazzo di ragione,  cari giocatori di video-poker.

 

Vorrei avere una rubrica, tipo: “Scrivimi! (quando il vento avrà spogliato gli alberi cit.) A.K.A.  Chiara ti risponde. Forse.”
Non ho una laurea in psicologia, ne’ tanto meno in psichiatria o in ginecologia, in compenso sono una persona di larghe vedute, leggo l’oroscopo direi quasi ogni giorno, mi faccio la doccia quotidianamente, so cucinare e insulto i vecchi.
Hai un problema che ti fa passare delle notti infarcite di bestemmie, o senti un peso all’altezza dello sterno e no, non sono le polpette di fango che compri alla Coop? Allora lasciami un messaggio in forma ANONIMA sotto nei commenti. Io ti risponderò, e/o contemporaneamente sarai oggetto di scherno e malvagità da parte dei miei amicici bloggherz.
Giusto così, per metterti subito a tuo agio, Anonimo.
Ma tu, Anonimo, vai trà, io non ti presso, puoi chiedermi di tutto dalla ricetta per l’uovo sodo al rimedio per le vesciche. E tutto quello che ci sta nel mezzo.

“E se non avrai da dire niente di particolare, non ti devi preoccupare, io saprò capire…” (cit. 2)

 

 

san lavandino

a me non me ne frega un cazzo.

questo è tutto quello che ho da dire.

in piscina il tipo all’ingresso distribuiva sacchettini di biscotti a forma di stelline
“eh… scusa, cosa dovrei farmene di questi?”
“eh, te li prendi te li porti a casa e te li mangi”
“se lo dici così ad una single che magari c’è rimasta sotto perchè appena mollata minimo torna a casa e si ammazza, te lo dico. poi fai te.”
“vuoi una sigaretta?”
“ok dai”

 

il giovedì non esiste.

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mi hanno detto che venerdì posso stare a casa.
a casa
acasa
A CASA.
stavo per piangere. dalla felicità.
per me domani non esiste neanche, io già sto pensando a venerdì, che starò a letto tutto il giorno, che penserò alla pizza del venerdì, che guarderò la tv trash.
è bello essere sfruttati al lavoro, perchè poi apprezzi le giornate libere come un deportato apprezza le 3 ore di sonno a notte.
è una cosa che proprio non si può definire.

oggi ho parlato al telefono con un insegnante per un prossimo laboratorio in una scuola.
ho fatto fatica a comprenderlo perchè parlava dialetto molto stretto, e mi son dovuta far ripetere le cose anche 3 volte, in certi casi.
mi è dispiaciuto, un po’, fargli ripetere le cose, ma io davvero non lo capivo. mi ci impegnavo, ma niente.
alla fine della telefonata mi ha detto che “poi ci sentiamo meglio così poi le mando tutta la munnezza burocratica per la proposta di laboratorio da presentare al dirigente scolastico”
mi è piaciuto come ha detto “a’ munnezz”
rende bene l’idea!

adesso vado, poi a casa mi faccio un bagno con l’acqua a 56 gradi, così poi mi diventano le mani e i piedi viola e sembra che poi esplodono.

sono un attimo destabilizzata per una cosa che mi è successa, chissà forse un giorno ne parlerò, ne scriverò, però adesso non mi va.
la voglio tenere per me, e metabolizzarla meglio.

 

al freddo e al gelo.

gummo

 

 

“sì signora, sono Chiara, ci siamo sentite al telefono per il sopralluogo”
“no non compro niente”
“ma veramente è lei che vuole dare a noi”
“ah QUELLA Chiara.”
“eh.”

se tu prendi l’autobus ogni giorno lo sai come si fa. come si prende un autobus.
se tu prendi l’autobus solo quando nevica, allora devi CAZZO MUOVERTI A CAPIRE LE LEGGI DELLA STRADA.
lo vedi che non si entra, che le porte non si chiudono e vedi un po’, hai pure altri due autobus dietro che potresti prendere e invece ti incaponisci, perchè sì, perchè tu vuoi prendere proprio quello.
e allora poi ha fatto bene quel tipo stamattina, che ha preso di peso una e l’ha messa giù dal bus: “perchè vedi????? lo vedi che non si chiude sta madonna di porta????”
silenzio tombale.
applausi secchi dal fondo.

ho preso così tanto freddo oggi che ho ancora le mani viola, una sensazione di nausea mi pervade il corpo.

forse non sto bene.
ciao.

 

 

il disagio

l’unica cosa bella di questa giornata è stata la neve.
per il resto morte, distruzione, piaghe d’egitto e scorbuto. sono anche triste.

ho un dolore lancinante alla bocca dello stomaco, forse morirò giovane.
poi allora tutti:” oooooh ma Chiara sì che era -inserisci bell’aggettivo-”
ho pure i geloni. me ne è venuto uno mentre pagavo in cassa al Gigante. è stato bello. talmente bello che lacrimavo di dolore
“no no è solo il freddo, amica cassiera”
“hai lo sconto di 1 euro e 29”
“GRANDE GIOVE! cazzo allora stasera si rischia d’ubriacarsi eh! mica vorrai farmi trasalire così, con quell’euro e 29, amica mia”

 

 

 

quando sarò vecchia

vigna1

(“La bambina filosofica”, Vanna Vinci. Leggetela, amatela, apprezzatela)

 

Quando sarò vecchia abiterò in una casa con il parquet vero, e non il laminato finto che ho adesso.
Quando sarò vecchia avrò un cane, e forse potrei allargarmi a un gatto. Ma dovranno andare per forza d’accordo, perchè non avrò lo sbatti di tirare le ciabatte per la casa per tentare di dividerli.
Quando sarò vecchia prometto che mangerò pochissimo, però la pizza me la tengo buona sempre
Quando sarò vecchia dormirò pochissimo. Ma già lo faccio ora, quindi sono sulla buonissima strada.
Quando sarò vecchia avrò una poltrona della stessa fantasia della borsa di Mary Poppins, una di quelle poltrone da vecchia. Con alle spalle una bella libreria a muro, e me ne starò lì a fumare la mia sigaretta post-te.
Perchè forse quando sarò vecchia il te mi piacerà.
Quando sarò vecchia ripenserò a quando sono andata al dj-set dei Noisia.
Quando sarò vecchia ripenserò a quel giorno quando giocavo a nascondino al mare, vicino a un campo coltivato a non so che, e mi ero nascosta così bene che non mi hanno trovata per 5 ore.
Quando sarò vecchia potrò finalmente odiare i giovani. Per contrappasso.

Ciao e buon fine settimana a tutti!